L’Azienda
L'AZIENDA
L’Azienda Socio Sanitaria Territoriale (ASST) della Valtellina e dell’Alto Lario è stata costituita a far data dall’01/01/2016, con delibera di Giunta regionale n. X/4497 del 10/12/2015, mediante fusione per incorporazione dell’intera Azienda Ospedaliera della Valtellina e della Valchiavenna con il Presidio Ospedaliero “Erba Renaldi” di Menaggio (CO) e suoi poliambulatori, già dell’ex Azienda Ospedaliera “Sant’Anna” di Como, nonché incorporazione delle strutture territoriali distrettuali prima afferenti all’ASL di Sondrio ed al distretto Medio Alto Lario dell’ASL di Como.
Con la Legge Regionale n. 15 del 28/11/2018, è stata ridefinita l’organizzazione dell’ASST, che mantiene così la propria autonomia e le proprie sedi fino al Distretto Medio Alto Lario dell’ex ASL di Como, ad eccezione dei 33 Comuni che sono afferiti all’ASST Lariana.
Il modello organizzativo tradizionale è stato ripensato a seguito della legge regionale n. 23/2015 “Evoluzione del Sistema Socio Sanitario Lombardo” e successiva legge regionale n. 15/2018, che ha ridefinito la mission delle già Aziende Ospedaliere Lombarde e delle Aziende Sanitarie Locali istituendo l’Azienda Socio Sanitaria Territoriale, introducendo cambiamenti volti alla costruzione di reti e di modelli integrati tra ospedale e territorio, compreso il raccordo con il sistema di cure primarie, delle reti soLa mission dell’Azienda Socio Sanitaria Territoriale della Valtellina e dell’Alto Lario è dunque quella di tutelare e promuovere la salute fisica e mentale della popolazione, attraverso l’erogazione dei LEA e degli eventuali livelli aggiuntivi definiti dalla Regione. L’ASST assicura la continuità di presa in carico della persona nel proprio contesto di vita e affianca le persone, soprattutto quelle affette da patologie croniche, le fragili e le loro famiglie avviando un percorso culturale tra gli operatori che segni il passaggio dalla “cura” al “prendersi cura” e, infine, alla “sanità d’iniziativa”.
La legge regionale 22/2021 prosegue il percorso di evoluzione del Sistema Sanitario Lombardo già sancito dalla legge regionale n.23/2015 “Evoluzione del Sistema Socio Sanitario Lombardo”.
La l.r. 22/2021 in particolare rafforza alcuni capisaldi del Sistema Sanitario Lombardo (SSL) già definiti all’interno della l.r. 23/2015 tra i quali:
- la possibilità di libera scelta per i cittadini alle strutture sia sanitarie che socio-sanitarie interne al SSL a prescindere dalla loro natura pubblica o privata in una prospettiva di trasparenza e parità di diritti e doveri;
- il riconoscimento della parità e della necessità di una sempre maggiore integrazione tra soggetti pubblici e privati accreditati, quali erogatori di prestazioni sanitarie e socio-sanitarie dentro al SSL;
- la separazione delle funzioni di programmazione, acquisto e controllo da quelle di erogazione.
Vengono inoltri introdotti e/o rafforzati alcuni principi innovativi che acquistano un ruolo centrale all’interno del SSL, in particolare:
- introduzione di un approccio “One Health” che mira a sviluppare una risposta a 360° di protezione e promozione della salute, che prenda in considerazione la forte connessione tra salute umana, salute degli animali e ambiente;
- rafforzamento dell’assistenza territoriale, attraverso un ripensamento del modello organizzativo che garantisca una migliore integrazione con l’ambito del sociale, per meglio essere in grado di leggere i bisogni di salute dei cittadini e la loro evoluzione;
Appare in ultimo utile sottolineare l’importanza che il sistema riconosce al coinvolgimento all’interno del SSL del terzo settore e del volontariato quali attori capaci di creare e portare valore non solo al processo di erogazione di servizi ma alla fase di programmazione e definizione dello stesso.
A fronte di tali premesse l’ASST ha ripensato il proprio modello organizzativo tradizionale introducendo cambiamenti che permetteranno una migliore integrazione dei percorsi di cura e una più stretta connessione tra il polo ospedaliero e quello territoriale.
L’assetto organizzativo dell’ASST si ispira, dunque, ai seguenti principi:
- efficienza produttiva, anche attraverso l’allocazione flessibile delle risorse;
- orientamento alla presa in carico globale della persona, anche attraverso la valutazione multidimensionale del bisogno, nel rispetto dei criteri definiti dall’Agenzia di Tutela della Salute;
- lettura trasversale dell’organizzazione, rinforzando processi orizzontali tra i diversi servizi, unità d’offerta e livelli di erogazione atti a garantire alla persona la necessaria integrazione e continuità delle cure;
- progettazione ed adozione di meccanismi di semplificazione per la persona e la sua famiglia al fine di facilitare l’accesso al livello di cura più appropriato e lo svolgimento di procedure corrette e semplificate;
- organizzazione della logistica dei beni rendendo disponibile quanto serve nei tempi e luoghi adeguati per garantire efficienza, appropriatezza e puntualità nei flussi di materiali verso i processi primari;
- organizzazione e sviluppo della digitalizzazione e informatizzazione, al fine di rendere disponibili dati e informazioni a supporto della gestione dei percorsi di cura, lungo le varie fasi del processo erogativo, per garantire efficienza, appropriatezza e puntualità.